“Questa è la storia del passato. Che possa aiutarci a comprendere meglio il presente ed a guardare con speranza al futuro.” (Sottotitolo dell’edizione)
La quarta edizione del COW-T – the Clash Of the Writing Titans è stata narrata su Mari di Challenge dal 2 gennaio al 26 febbraio 2014.
Trama
Gli avvenimenti si svolgono sei mesi dopo gli eventi narrati nella edizione speciale e un anno dopo quelli narrati nella terza. Sono narrati nuovamente dal punto di vista della Veggente Manila, organizzatrice e arbitro della contesa.
Sul pianeta di Leda quattro nazioni, capeggiate da altrettanti condottieri, iniziano a predominare sulle altre: Artémis d'Harlequin-Mauilly (Green Army), Forseti Solensson (Brown Army), Marina Rojas Muñoz (Blue Army) e Cesare Icore (Purple Army) sono già destinati a scontrarsi in una complessa partita a scacchi che ha come campo di gioco l’intera Leda. La Veggente ha solo voglia di arbitrare la contesa.
Schieramenti
- Green Army
- Brown Army
- Blue Army
- Purple Army
Emblemi
(per gli avvenimenti di ciascuna settimana, fare clic sul titolo della sezione)
[expand title=”Antefatto”]Gli ultimi mesi su Terra #42 sono passati così velocemente che la Veggente quasi fatica a ricordarli, o ad accorgersi effettivamente del tempo trascorso. Non fosse per il formicolio elettrico che ha sentito accumularsi di giorno in giorno sulla punta delle dita, mentre osservava da lontano lo svolgere degli eventi, le elezioni dei generali di ogni armata e i preparativi per la Grande Guerra, non potrebbe neanche dire con certezza di averli sentiti scorrere, i minuti e i secondi.
Quasi non le sembra vero che i tempi siano finalmente maturi. Ha atteso fin troppo, e spiare le piccole vite dei piccoli uomini dai piccoli destini che danzano sul palmo della sua mano e fra i bagliori della sua sfera di cristallo non è più sufficiente. E’ tempo di entrare in azione.
Getta indietro il lungo strascico del vestito rosa pesca in taffetà che indossa e poggia entrambe le mani, avvolte in sottili guanti dello stesso tessuto, sulle ricche maniglie d’oro zecchino che decorano la porta oltre la quale il primo — e, se il suo parere conta ancora qualcosa (e conta decisamente ancora qualcosa), anche ultimo — concilio per cercare di evitare il conflitto con un trattato sta avendo luogo, e si prepara a fare il proprio ingresso in scena.
*
I quattro generali delle quattro grandi armate osservano la nuova arrivata con sfiducia e sospetto, assisi sulle loro enormi sedie in legno massiccio finemente intagliato, sistemate ai quattro punti opposti del pesante tavolo rotondo attorno al quale si sono riuniti quella mattina. Alle loro spalle, i loro secondi in comando scrutano la Veggente con la stessa supponenza ed una vaga aria di disapprovazione, alla quale lei risponde con un sorriso radioso.
“Neanche una sedia, per me?” domanda in una cantilena infantile. Poi sorride, “Fa niente.” Solleva l’orlo del lungo abito che indossa e, usando le ginocchia del possente Forseti come uno scalino, si issa sul tavolo, prendendo posto al centro dello stesso, dove si siede, con le gambe incrociate.
La Duchessa d’Harlequin-Mauilly si tira indietro, altezzosa e oltraggiata. “Come osate?” domanda severa, “Interrompere una riunione di una tale importanza? Comportandovi in questo modo, per giunta!”
“E poi, chi sareste?” incalza Marina, battendo nervosamente un piede contro il pavimento piastrellato.
La Veggente sorride, inclinando il capo. Le ciocche di capelli biondi e rosa le scivolano sul viso, dandole un’aria da bambina che, per qualche motivo, non fa che renderla, agli occhi dei presenti, perfino più pericolosa. “Sono il motivo per cui non avrete bisogno di nessun trattato di pace,” risponde serena.
Il Barone Icore si irrigidisce sul proprio trono, stringendo i pugni. “Di cosa state parlando, ragazza?” domanda. E la Veggente comincia a spiegare le regole del proprio sanguinoso gioco.[/expand]
In questa edizione il gioco si svolge su una mappa divisa decine di territori. Ogni settimana, ciascuna fazione può attaccare una parte o tutti i territori confinanti con il proprio regno, raggiungendo una prestabilita quantità di Punti Attacco (PA) grazie alle storie scritte e segnalate. Per ogni turno di possesso di un territorio, il suo valore di PA aumenta, rendendolo più facile da difendere dall’assalto di un’altra squadra.
Ciò introduce un elemento strategico nella scelta dei territori: avanzare verso il centro della mappa sblocca un maggior numero di possibili bersagli, ma rende il proprio regno più vulnerabile agli attacchi nemici.
[expand title=”Prima settimana”]“Tutto ciò è inammissibile,” protesta severamente il Barone Icore, sbattendo il pugno contro il tavolo con una veemenza che non gli si era mai vista adoperare in simili situazioni ufficiali, “Pretendo che vi allontaniate immediatamente dal tavolo delle trattative e che copriate le vostre caviglie, come si conviene ad una giovane dama della vostra età!”
“Ah, Cesare,” sospira la Veggente, dondolando vezzosa il capo, “Di tutto ciò che ho appena detto, la cosa che ti sconvolge di più è che stia seduta qui sopra ed abbia le caviglie scoperte. Come faccia la tua casata a non essere ancora stata spazzata via da qualcuno di molto più intelligente di te è un vero e proprio mistero.”
“Come–” balbetta l’uomo, preso alla sprovvista, impallidendo, “Come osate chiamarmi per nome e insinuare–“
“Non ho insinuato niente, Cesare,” sorride lei, “Se avessi voluto insinuare qualcosa, non dubitare, l’avrei fatto.”
Per qualche ragione, le sue parole sono sufficienti a costringere il Barone al silenzio. E, nel vederlo così remissivo e quasi spaventato, anche tutto il resto della tavolata cade nel silenzio più assoluto, fatta eccezione per il Principe d’Harlequin, il quale, dopo essersi chinato all’altezza delle orecchie della sorella, le bisbiglia qualcosa.
La Duchessa lo ascolta parlare per qualche secondo, e poi un affascinante sorriso si dipinge sulle sue labbra vermiglie. “D’accordo, ragazza,” concede con un grazioso cenno del capo, “Hai la mia attenzione. La nostra armata prenderà parte al tuo gioco, almeno per un certo periodo. Spiega le tue regole.”
Nascosta dietro l’ennesimo sorriso di pesca, la Veggente non si lascia pregare.[/expand]
Ciascuna squadra può conquistare un solo territorio tra i due a scelta. La Green Army vince la settimana, aumentando i PA di difesa del proprio regno. Tutte le squadre sono a quota 3 territori.
[expand title=”Seconda settimana”]La Veggente irrompe nella camera da letto della Duchessa d’Harlequin senza naturalmente farsi annunciare, ed Artémis non può fare a meno di stringere la scollata veste bianca al petto e lanciare un breve urlo sorpreso e oltraggiato mentre la osserva saltare sulle snelle gambe e planare con grazia distesa sul letto accanto a lei.
“Voi!” grida inviperita, “Come osate?! Sono i miei appartamenti privati, questi! Sono la regina di–“
“Sì, sì, lo so chi sei, Artémis, non c’è bisogno di ripetermelo,” sbuffa la ragazzina, dondolando le gambe a mezz’aria. “Piuttosto…” si volta appena a sinistra, incontrando la figura un po’ rigida del Principe, il quale, avvolto nel costume formale da consigliere, tiene le braccia incrociate dietro la schiena e si sforza di guardare altrove, “Che ci fa qui tuo fratello?”
“Noi– Stavamo discutendo delle importanti manovre per la guerra,” risponde Artémis. E’ vero, d’altronde. Non riesce a capire perché si senta tanto in imbarazzo, se non sta mentendo. E’ il tono insinuante della ragazzina che la mette a disagio.”
“Ceeerto,” risponde la Veggente con una risata argentina. “Ma non avete sentito le novità? Non c’è niente di cui discutere e tutto da festeggiare, le vostre armate hanno vinto la prima settimana di battaglie.”
Artémis solleva lo sguardo sul fratello, il quale le ricambia l’occhiata con sincero stupore. Lo sguardo di entrambi si illumina, combattivo, e presto Artémis si schiarisce la gola e torna a parlare con la ragazzina. “Sarebbe il caso che andaste via, adesso,” ordina con voce ferma.
La Veggente dondola un altro po’ le gambe e poi scende dal letto con un balzo felino. “Va beeeene,” concede, muovendosi svelta verso la porta. Sorride fra sé, pensando già a come inasprire il confronto.[/expand]
Ciascuna squadra può conquistare fino a due territori tra quelli confinanti col proprio regno (5 possibilità per Green e Blue Army, 3 possibilità per Brown e Purple Army). La settimana è vinta dalla Green Army. Tutte le squadre sono a quota 5 territori.
[expand title=”Terza settimana”]“Cesare!” strilla la Veggente, spalancando le porte della ricca sala da pranzo seduto dietro al tavolo della quale il Barone gusta la propria insalata di primizie marine della Baia Senzavento. Quasi si strozza con un tentacolo di octapode salmastro, quando vede la ragazzina entrare senza neanche chiedere permesso. “Ti ho cercato dappertutto!”
“Voi!” sbotta oltraggiato, mandando giù il tentacolo ribelle con un abbondante sorso di vino bianco e pulendosi cerimoniosamente la bocca col tovagliolo in pizzo bianco, poco prima di alzarsi in piedi, battendo entrambe le mani guantate contro la superficie del tavolo, “Chi vi ha dato il permesso di entrare?!”
“Nessuno mi dà mai il permesso di fare niente, Cesare,” risponde la ragazzina, appoggiando entrambe le mani sul tavolo a propria volta, ma solo per issarsi a sedervisi sopra, accavallando le lunghe e flessuose gambe sotto l’ampia gonna del leggero vestito di veli color pesca, “Io il permesso me lo prendo.”
“Be’, non avete il permesso di venire qui a disturbare il mio pranzo, se non altro questo dovrei poter essere in grado di stabilirlo da me, o mi sbaglio?” insiste il Barone, arrossendo di rabbia.
La Veggente sorride, dondolando il capo in un tripudio di sottili ciocche rosa. “Ti sbagli,” conclude.[/expand]
Ciascuna squadra può conquistare fino a tre territori confinanti tra le cinque possibilità. La settimana viene vinta dalla Blue Army. Tutte le squadre sono a 8 territori totali.
[expand title=”Intermezzo – Gran Ballo della Notte Bianca”]“Mi concede questo ballo, ammiraglio?”
Gaspard Cortés prende con titubanza la mano della giovanissima ragazza, così efebica da stridere con gli occhi mutevoli che narrano di epoche lontane, di battaglie vissute sul campo e di altre combattute dietro le quinte: ci vuole un comandante per riconoscerne un altro, si dice. Nonostante la mole non più asciutta di un tempo, riesce a portarla con molta grazia fino al termine del flammengo, chiudendolo con un passo di origine gastillana pieno di brio e che piace molto alla Veggente, che ride deliziata.
“Ancora non ho capito perché avete interrotto ogni scaramuccia lì dove si trovava,” ammette Gaspard, perplesso; “a cosa serve un gran ballo di corte… a parte far nascere ulteriori equivoci su Dama d’Harlequin e su suo fratello?” aggiunge, indicando la normalmente scostante regina che si fa portare in un’allegra danza del nord da Apollon.
“Non è ovvio?” risponde la Veggente, arricciando il naso, ma non gli fornisce ulteriore risposta.[/expand]
Per la prima volta viene introdotto un periodo di intermezzo all’interno del COW-T, della durata di 24 ore, e viene organizzata al suo posto una Notte Bianca della stessa durata. Tutte le squadre che pubblicheranno almeno cinque storie riceveranno un premio (2 territori per un totale di 3000 PA per la prima classificata, 1 territorio da 1500 PA per la seconda classificata, 1 territorio da 1200 PA per la terza classificata, 1 territorio da 900 PA per la quarta classificata.
Il Ballo è vinto dalla Green Army (10 territori), seguito dalla Purple Army (9), dalla Brown Army (8) e infine dalla Blue Army (9).
[expand title=”Quarta settimana”]Dopo il ballo la Veggente riposa, e i suoi sogni sono intrisi di rinnovate battaglie.[/expand]
Le squadre possono attaccare tutti i territori indipendenti confinanti (3 opzioni per la Green Army, 4 per la Brown Army, 2 per la Blue Army, 4 per la Purple Army). Le due armate migliori si qualificano come teste di serie alla semifinale, rubando un territorio a una delle altre due squadre.
La Brown Army si aggiudica la settimana e ruba un territorio alla Green Army. La Purple Army si classifica seconda e ruba un territorio alla Blue Army.
[expand title=”Quinta settimana”]“Ommioddio!” strilla la Veggente, irrompendo nell’ampia e luminosa sala da tè del Palazzo della Repubblica di Skadi, “Pensavo non sarei mai riuscita ad arrivare qui! Dico, ce ne avete messo, di tempo, eh? Ve la siete proprio sudata. Vergogna.” Sembra non notare, ad un primo sguardo, la disdicevole posizione in cui trova il generale Solensson e il vice-ministro Leifsson, il primo piegato quasi perfettamente ad angolo retto sul tavolino rotondo tremante sotto le spinte che il secondo è tutto impegnato ad imporre al suo corpo in svelti ma energici movimenti del bacino. “Vergogna anche per questo,” dice con un sorriso quando finalmente pare notare il fatto, anche se il suo sguardo parla chiaramente di quanto poco vergognosa trovi in realtà la situazione contingente.
Dour indietreggia immediatamente, imbarazzato ma svelto a nascondersi dietro una maschera di fierezza e irritazione, mentre Forseti raccatta da terra i propri pantaloni e li tira su in un gesto secco, che tradisce il disagio che prova così come il fastidio per essere stato così bruscamente – e inopinatamente – interrotto. “Mi avevano parlato della vostra indiscrezione,” commenta tagliente, “Ma devo ammettere che supera ogni mia aspettativa.”
“Ah,” risponde la Veggente, agitando una mano a mezz’aria, “Se mi permetti, Seti – posso chiamarti Seti? – ho visto ben di peggio.”
“Non potete chiamarmi Seti, no,” ribatte l’uomo, corrugando le sopracciglia, “E, in ogni caso, per quanto io non stenti a credervi, non sono intenzionato ad indagare oltre, per quanto riguarda le vostre esperienze. Piuttosto, ditemi perché siete qui, e siate svelta.”
“Oh,” la Veggente ride, divertita, “Immagino che abbiate fretta di tornare alle vostre occupazioni, voi due,” commenta, e poi sospira teatralmente, “Ma mi duole informarvi che non sarà possibile. Sedetevi comodi, la spiegazione prenderà un po’ di tempo. Perché, già che ci siamo, non mi offrite una tazza di tè?”[/expand]
Sfide di semifinale: Brown Army contro Green Army, Purple Army contro Blue Army. La Brown Army e la Purple Army partono con un punto di vantaggio nelle sfide. Le squadre vincenti rendono vassalle le squadre sconfitte e si qualificano alla finalissima.
La Brown Army e la Purple Army si qualificano alla finale.
[expand title=”Sesta settimana”]“Il motivo per cui vi ho voluti tutti qui, oggi,” sorride la Veggente, dondolando le gambe oltre il bracciolo del trono che ha preteso per sé a Palazzo, “E’ che abbiamo giocato abbastanza.”
“Giocare?” domanda Marina, indispettita, aggrottando le belle sopracciglia sottili, “E’ questo che pensi abbiamo fatto fino ad ora? Giocare? La nostra gente ha combattuto! E’ morta! Abbiamo lottato, versato il nostro sangue, il nostro sudore e le nostre lacrime, ma di certo non abbiamo giocato!”
La Veggente inarca le sopracciglia e lancia uno sguardo distratto attorno a sé. Artémis e suo fratello confabulano fitto in un angolo della stanza, interrompendosi e schiarendosi la gola con malcelato imbarazzo quando si rendono conto di essere osservati, Dour si allunga a stringere una natica di Forseti in un pizzicotto che costringe quest’ultimo a saltare in aria con un gemito incontrollabile e il barone Icore, tutto solo nell’angolo opposto della stanza, divora una fetta di torta al cioccolato con la foga di un lupo, salvo poi sbottare un “cosa?!” infastidito quando capisce di essere sotto osservazione.
“No?” domanda quindi la ragazzina, tornando a guardare il Primo Ministro di Arcónia con un sorrisetto divertito sulle labbra.
Sconfitta, Marina sospira. “E va bene,” concede, “Ma da ora in poi basta giocare per davvero.”
La Veggente, tornando a sedersi composta ed accavallando sensualmente le gambe sotto il vestitino di raso e tulle rosa, sogghigna soddisfatta. “Non chiedo di meglio.”[/expand]
Sfida finale al meglio di sette missioni. La Brown Army vince il quarto COW-T; la sua vassalla Green Army e la sconfitta Purple Army si classificano seconde, e la Blue Army al terzo.
[expand title=”Epilogo”]“Solo un altro paio di minuti,” ridacchia la Veggente, osservando il proprio piccolo pubblico di generali e regnanti, già annoiati dal suo gioco, smaniare per tornare alle loro occupazioni. Solo Forseti e la Duchessa d’Harlequin, fermi e dritti al centro della stanza ed accompagnati rispettivamente dal fedele Dour e dal fratello il Principe d’Harlequin, cercano di mantenere un certo contegno, osservandola svolazzare da un lato all’altro della stanza avvolta in serici veli color pesca, tutta intenta ad appuntare medaglie sui loro petti, in quanto vincitori.
Il Barone Icore e la giovane Marina restano quasi confinati sullo sfondo, presenti ma silenziosi, impazienti di essere lasciati liberi di tornare ai loro territori e prendersi cura delle proprie ferite, e dei propri popoli sconfitti.
“Suvvia, suvvia,” li prende in giro bonariamente la Veggente, inclinando il capo e lasciando un paio di ciocche bionde libere di scivolarle lungo le guance, sfuggendo alla complicata acconciatura in cui ha composto la propria chioma quella mattina, “Non fate quelle facce scure. Non lo sapete? Non è mica la vostra ultima occasione di rifarvi.”
“Per quanto mi riguarda,” risponde altezzosamente il Barone, “Questa pagliacciata non potrà finire mai abbastanza presto.”
“E personalmente mi auguro che non debba più ripetersi,” gli dà man forte Marina, incrociando le braccia abbronzate sul petto.
“Per una volta, concordo con i miei colleghi,” aggiunge la Duchessa, scrollando le spalle e scacciando con un gesto nervoso i capelli che le solleticano il collo – operazione conclusa poi dal fratello, che si dedica discretamente a riavviarglieli in una lunga coda che le scende lungo la schiena.
La Veggente si volta verso Forseti, aspettandosi un qualche commento sarcastico anche da lui. Lo trova tutto intento a confabulare fittissimo con Dour, e ride.
“Cosa?” borbotta finalmente Forseti, abbandonanto la propria privatissima conversazone per voltarsi verso gli altri, le sopracciglia piegate in un’espressione infastidita, “Non vi aspetterete mica che sia d’accordo con voi? Io ho vinto.”
La Veggente ride ancora e torna a sedersi scompostamente sul proprio trono, segnale che tutti i generali delle armate interpretano come un gentile invito ad andarsene, e si affrettano ad accettare in quanto tale. Una volta rimasta sola, la Veggente si stende più comodamente, appoggiando il capo ad uno dei braccioli e lasciando le gambe ciondolare pigramente giù dall’altro. “Vediamo,” cinguetta, stringendo fra le mani il ciondolo sferico e trasparente che pende dalla catenina d’oro che porta al collo, “Dove potrei andare adesso?”
“Dove potresti andare?” la prende in giro una voce maschile conosciuta, verso la quale la Veggente si volta, tirandosi su a sedere con una certa sorpresa, “Che ne pensi di tornare a casa?”
La sorpresa fa presto spazio ad un sorriso divertito, mentre la ragazzina torna a sedersi composta e poi accavalla le lunghe gambe. “A casa, Lacros?” domanda, rivolgendosi al ragazzo dai lunghi capelli biondi e dall’eccentrica veste colorata che resta immobile di fronte a lei, “Prima devi riuscire a prendermi.”[/expand]
Avvenimenti successivi
Nonostante la vittoria nella contesa, la Federazione di Stati Liberi di Forseti ha lasciato ampi domini alle altre fazioni, con cui ha firmato trattati di pace e di amicizia.
Leda è stata brevemente rivisitata durante il settimo COW-T. A seguito degli avvenimenti di quella edizione, sulla Landa è arrivata la magia; durante la crisi molti abitanti della Landa hanno manifestato poteri magici, persi dopo il salvataggio di Manila. Da allora la magia è stata prerogativa di una parte dei nuovi nati.
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