#COWT13 – La quinta settimana (termina il 26/03 alle 18.00)

Quattro settimane sono passate da quando Castaros ha messo piede per la prima volta all’interno del Palazzo d’Estate. Quattro settimane, e sono bastate per addomesticare la magia che impregna perfino le pareti di questo edificio. Il piccolo manipolo di stregoni di cui si è servito per ammansire la bestia ha lavorato giorno e notte di fronte alla Porta del Fuoco, per forzarla a schiudersi e scoprire il suo intimo segreto. Il nucleo dell’Essenza che anima Tanit, la minuscola capocchia di spillo sulla quale traballano in equilibrio le sorti dell’intero Polyverso. Castaros si avvicina alla Luce Eterna senza timore, senza reverenza, gli occhi che trasudano bramosia, le mani che quasi tremano, tale è la forza della sua aspettativa.

Quando chiude le dita attorno alla Luce, ne sente la potente energia irradiarsi per tutto il corpo, a partire dalle dita per espandersi attraverso le sue vene, scorrendo come sangue nuovo. Getta indietro il capo e spalanca gli occhi, che brillano del bagliore rossastro della Luce, mentre scariche intense di piacere costringono il suo corpo a rabbrividire.

“Signore,” Octavius lo interrompe, la voce tesa, quasi infastidita. Castaros non saprebbe spiegarsi perché, né prova interesse per l’argomento, “La Veggente.”

“Ah,” Castaros sorride, voltandosi verso la guardia ed osservando la familiare figura della figlia al suo fianco, “Eudora, mia cara. Avvicinati. Tocca anche tu la fonte di ogni cosa, la scintilla dietro tutta la potenza del Polyverso.”

“Padre,” la ragazza scuote il capo, “La Luce Eterna non va toccata. Neanche sfiorata. È pericoloso.”

“Non lo è affatto,” Castaros ghigna con boria, “Guarda, ti sembra che ne soffra?” chiede, mostrando la piccola luce che traballa sul suo palmo, “È come se non vedesse l’ora di essere presa da me. Mi chiedevi, mia cara, come pensavo di assoggettare la magia delle Veggenti per inserirti all’interno della linea matriarcale. Ebbene, è così che lo farò. Addomesticherò la Luce Eterna come ho addomesticato la magia protettiva del Palazzo d’Estate, e a quel punto, mio tesoro, nulla potrà più fermarci. Sei contenta?”

Eudora fissa gli occhi su suo padre. Dietro le pupille arde un fuoco di cui Castaros non riesce a comprendere né il colore né la temperatura, ma la ragazza annuisce e sorride, per quanto tesa, e Castaros si lascia rassicurare.

Non sa che, appena uscita da questa stanza, Eudora attraverserà il Palazzo d’Estate in una corsa furiosa verso le proprie stanze, spalancherà l’enorme porta a vetri e da lì si calerà lungo le colonne decorative che sorreggono il suo balconcino privato, addentrandosi all’interno del labirinto che adorna il giardino reale. Lì, al centro esatto del groviglio di siepi, troverà Calico, ed a lui rivelerà tutto, ponendo le basi per il suo contrattacco.

Come hai fatto a sopravvivere dopo averli persi?

Mi sono svuotato di tutto. Non ho trattenuto altro che la mia rabbia. E da essa mi sono lasciato nutrire fino a trasformarmi in… questo. Tu cos’altro avresti fatto?

Non so. Probabilmente la stessa cosa. Langley e Shannen?

Rinchiusi ognuno nel proprio dolore. E non avrebbe potuto essere altrimenti.

Loro sono la mia forza.

Anche io pensavo fossero la mia. Ma quando ho perso i bambini— lì ho capito. Erano loro la mia forza. Erano loro il mio tutto.

E hai rischiato di distruggere il mondo pur di vederli ancora una volta?

Volevo portarli via con me.

Ma sapevi che avresti potuto non riuscirci.

Ne sarebbe valsa comunque la pena, anche solo di un ultimo tentativo. Tu non avresti fatto diversamente.

La tua non è neanche una domanda.

Perché ne conosco già la risposta.

La porta si apre con un breve cigolio alle sue spalle e Celes interrompe il contatto visivo con l’altro Celes, voltandosi a guardare Regis mentre, ancora un po’ affaticato ma decisamente più in salute rispetto all’ultima volta che l’ha visto, fa il suo ingresso all’interno della stanza, sorridendo appena.

Gli sorride anche Celes, con calore non simulato. “Sono lieto di vederti ristabilito, Regis.”

“Devo tutto ai gemelli,” risponde l’uomo. Le guance gli si colorano appena di un imbarazzo che Celes non intende indagare, ma quell’imbarazzo si dissolve del tutto quando i suoi occhi si posano sulla figura emaciata dell’altro Celes, ancora legato e seduto sul pavimento. “Lo stesso non posso dire di te. Non hai idea del danno che stavi per causare alla struttura del Polyverso.”

L’altro Celes scrolla le spalle, guardando altrove. “Questo è ciò che presumi tu, Stregone. Un’altra possibilità è che ne fossi pienamente consapevole e non me ne importasse.”

“Questo ti rende ancora più irresponsabile di quanto pensassi,” Regis aggrotta le sopracciglia, “Non esiste lutto o dolore che possa giustificare un’azione simile.”

L’altro Celes si volta a guardare Regis con furia tagliente, gli occhi che scintillano. “Attento a ciò che dici, stregone. Le menzogne ti si leggono in viso senza difficoltà, ora che sei pieno della magia dei miei figli.”

“Basta così,” Celes si alza in piedi, interrompendo la conversazione. Ha bisogno di passare del tempo col suo riflesso in negativo tanto quanto ha bisogno di starne lontano, alle volte. “Regis. Ci sono novità?”

“Calico è appena arrivato, per la verità, ecco perché sono venuto a chiamarti,” risponde l’uomo, visibilmente teso.

“Calico!” Celes si lascia andare a un piccolo sorriso sollevato, l’intero corpo che tende verso la porta, adesso che sa che il fratello è tornato, “Sta bene?”

“Sì,” Regis annuisce nervosamente, “Ma ciò che ha da dirti non ti piacerà.”

Celes aggrotta le sopracciglia, confuso. “Portami da lui, allora.” Fa per abbandonare la stanza, ma si ferma all’improvviso, come attratto da una forza invisibile ma allo stesso tempo magnetica. Si volta verso il proprio doppio, indagandone i lineamenti tesi di una curiosità mista a disperazione che, Celes lo sa, proverebbe anche lui nella stessa situazione. Sospira rumorosamente, e poi torna a rivolgersi a Regis. “Aiutalo a rimettersi in piedi,” dice, accennando all’altro Celes con il mento, “E conducilo di là. È giusto che ascolti anche lui.”

La storia fin qui | Regolamento | Guida | I taccuini di Cluster

Adesso sì che siamo in pericolo! Castaros ha assoggettato il potere della Luce Eterna, la magia dell’essenza di Tanit e punto focale dell’equilibrio del nostro Polyverso! Ne sarà schiacciato? Riuscirà a domarlo? Sarà sconfitto dal nostro team di valorosi? YOU DECIDE!

Vi ricordiamo che questa settimana termina questa domenica alle 18:00!

Reminder utili:

• il regolamento lo trovate a questo link, e dovete leggerlo molto bene;
• la composizione delle squadre la trovate a questo link;
• le vostre chat di squadra sono su Slack;
• la pagina per monitorare l’andamento delle squadre è qui;
• il form di LDF permetterà la segnalazione dei fanwork a partire da questa sera a mezzanotte, ma non usatelo prima di aver scelto i bonus!;
• la masterlist delle storie è qui e il simulatore è qui;
• il contaparole ufficiale di LDF è l’unico strumento valido per misurare le vostre storie, e lo trovate a questo link.

Ma bando alle ciance e scopriamo quali sono le limitazioni, le missioni e i prompt di questa settimana!

Ricordate che siamo qui per ogni domanda, ma che vi è tassativamente e moralmente proibito cominciare a chiederci robe tipo “maaaaa se io scrivo su mia nonna in carriola e mio nonno sul trattore, posso usarla come interpretazione di questo o quel prompt?”, perché queste sono sempre le domande alle quali non manchiamo mai di rispondere con un educatissimo “fai il cazzo che ti pare”, e comunque, when in doubt, sostituite a tutti i prompt che non sapete interpretare la parola “culo” e sarete a cavallo. Fidatevi, funziona sempre.

Possa il COWT essere sempre in vostro favore!