#COWT12 – la quarta settimana (termina il 19/03 alle 18:00)

“Merda!”

La parola suona inedita sulle labbra di Regis, normalmente sempre così composto. Calico, sorpreso e ancora turbato da quello che ha appena visto, si volta verso l’uomo, spalancando gli occhi. “Cosa è successo?” domanda.

“È successo, Calico, che ce li siamo fatti sfuggire per un soffio perché ti sei distratto!” alza la voce l’uomo.

Calico indietreggia appena, aggrottando le sopracciglia. “Mi— Mi dispiace, è solo che quando li ho visti—”

“Quando li hai visti cosa?” quasi lo aggredisce lui, senza lasciarlo finire di parlare, “Erano lì, Calico! Avremmo potuto riportarli indietro! Quasi mi viene da pensare che forse non vuoi davvero che tornino.”

Razionalmente, Calico riesce a comprendere l’intensità dei sentimenti dello stregone. La sua mano ha avuto un peso non indifferente sulla vita dei gemelli, le sue cure sono state ciò che li ha trasformati in splendidi fiori a partire dai minuscoli semini che erano quando suo fratello, un sorriso di pesca sulle labbra e gli occhi carichi di fiducia, glieli ha spinti tra le braccia. Ha senso che, dopo mesi di assenza, senta la mancanza dei gemelli e sia preoccupato per loro al punto da reagire con una tale violenza verbale subito dopo averli quasi sfiorati e poi persi di nuovo.

Tuttavia, le sue parole feriscono Calico più di quanto il giovane pensava fosse possibile. Stringe i pugni lungo i fianchi con tanta forza che le mani gli tremano. “Io voglio riportarli a casa tanto quanto te!” gli abbaia in faccia, “Non ti permettere mai di dubitarne! Non— Non hai l’esclusiva sull’amore per loro! Sono il sangue del mio sangue prima ancora di essere il frutto dei tuoi insegnamenti!”

Regis trattiene il respiro per un attimo, fissandolo con sorpresa, come se le parole di Calico gli avessero, in qualche modo, rischiarato la mente. Il giovane lo osserva deglutire a fatica e poi inspirare ed espirare profondamente, abbassando lo sguardo con evidente vergogna. “…ti chiedo perdono,” dice quindi a bassa voce, “Non so cosa mi sia preso. Non avrei mai dovuto dirti cose simili.”

Calico si morde un labbro con forza. Poi espira a sua volta, cercando di rilasciare la tensione. “Lo so io,” sospira quindi, “E lo comprendo. Ma strillarci addosso non servirà a niente. Dobbiamo lavorare insieme, se vogliamo recuperarli.”

“Sì,” Regis annuisce con determinazione, tornando a guardarlo. “Non tutto il male viene per nuocere, giovane Sommo Priore. Li hai visti anche tu passare quasi sopra le nostre teste, giusto?”

“Sì,” annuisce Calico.

“Bene. Il loro passaggio ha lasciato una traccia, la loro magia lascia sempre una traccia, una traccia che io posso individuare e seguire. Posso ritrovarli,” conclude l’uomo con un sorriso.

Calico spalanca gli occhi, fiducioso. “Vuol dire che puoi andarli a prendere?”

“Posso ritrovarli,” precisa Regis, “Servirà però che sia tu ad andarli a prendere. È così che funziona l’incantesimo del viaggio interdimensionale. Il mio ruolo sarà quello di ancora. Legherò alla tua essenza un filo magico, che resterà come una corda stretta intorno alla tua vita, poi ti spedirò nel luogo dove si trovano i gemelli, e ti riporterò indietro quando sarai entrato in contatto con loro. È di fondamentale importanza che tu li stia toccando entrambi, quando mi lancerai il segnale. Per farlo dovrai semplicemente immaginare di tirare la corda. Sarà molto semplice, il tuo sangue, pur se non potente quanto quello dei gemelli, porta in sé tracce della magia delle veggenti. La tua magia saprà come fare.”

Calico non può dire di sentirsi al cento percento sicuro che sarà in grado di fare ciò che Regis gli sta chiedendo di fare. Ma non mentiva quando diceva di rivolere i suoi nipoti indietro tanto quanto lo vuole Regis. E pertanto annuisce.

*

I gemelli speravano ardentemente di riuscire a non attirare l’attenzione di Celestia su di loro, ma devono ammettere, adesso che gli occhi della donna scivolano loro addosso, e si fanno di ghiaccio per un secondo prima di diventare di fuoco, di essere stati due imbecilli ad averci anche solo pensato. I loro colori rispecchiano il loro diritto di nascita con una tale evidente ovvietà che forse solo un cieco avrebbe potuto ignorarli. Con i loro capelli fini di un biondo chiarissimo, con i loro occhi chiari agitati dalle scintille della magia delle veggenti, non potrebbero passare inosservati neanche se volessero.

E infatti Celestia si avvicina piano, scrutandoli con i suoi occhi di colori diversi, così identici a quelli di loro padre pure se incastrati in un volto che del suo sembra solo una copia crudele, da dare i brividi a entrambi.

“E voi, piccoli uccellini svolazzanti, da dove sareste spuntati?” domanda, lo zucchero nella voce così pesante da sembrare veleno.

Meridian deglutisce, frapponendosi istintivamente tra la donna e il fratello. “Noi… siamo solo di passaggio,” risponde, “In visita. Non vogliamo creare problemi.”

Il sorriso di Celestia si allarga, si fa più pericoloso. “Ma davvero?” domanda, “E perché mai dovreste crearmi dei problemi?”

Una delle mani di Fabian scatta a chiudersi attorno al polso della sorella. “Non ne creeremo,” dice, la voce tremante, “Andiamo via subito.”

“Oh, ma questo sarebbe un peccato,” sorride ancora la donna. Su nel cielo, sopra di lei, cominciano ad accumularsi nuvole nere temporalesche, agitate da minuscoli lampi di elettricità azzurra. “I vostri volti mi sembrano familiari. Non avrete forse qualche legame… con la mia adorata famiglia?” domanda.

Né Meridian né Fabian saprebbero spiegare esattamente come mai, ma nelle sue parole, nel suo sorriso, nella scintilla di placido furore nei suoi occhi, leggono la sua storia, una storia annegata nel sangue. Riescono a vedere il massacro della famiglia reale. Le mani di Celestia sono sporche, anche se di quel rosso sulle sue dita non è rimasta traccia visibile.

“Fabi—” lo chiama piano lei.

“Meri!” risponde lui, tirandola indietro.

Ma è la terza voce che si aggiunge alla loro dopo lo scoppio improvviso di un tuono a costringerli a voltarsi. “Ragazzini!” strilla Calico, apparso dal nulla alle loro spalle. Corre verso di loro più veloce di quanto i gemelli l’abbiano mai visto correre, e attorno alla sua vita brilla una corda semi-trasparente che scintilla della magia azzurra di Regis. “Qui! Qui da me! Immediatamente!”

L’apparizione del nuovo arrivato getta Celestia in uno stato di profonda, seppur temporanea, confusione. “Calico!” ringhia sconvolta, i lineamenti del volto improvvisamente trasformati, gli occhi che sporgono infuocati fuori dalle orbite, “Non è possibile! Tu sei morto! Io ti ho ucciso!” ruggisce, mentre tutti i presenti alla sagra strillano e fuggono in ogni direzione.

Fabian e Meridian non perdono tempo. Correndo con la morte alle calcagna si dirigono verso lo zio, tendendo disperatamente le mani verso le sue, che già tentano di afferrarli anche a metri di distanza. Un’enorme carica elettrica si addensa sopra di loro, un fulmine gigantesco, pronto a colpire.

Le punte delle dita dei gemelli sfiorano quelle di Calico.

Un istante dopo, il fulmine scarica a terra, lasciando un cratere di una decina di metri.

I tre, però, sono già spariti.

*

Facendo ricorso a tutto il proprio potere, a tutta la propria concentrazione, Regis tira la corda magica che ha appena sentito strattonare. Il suo cuore si riempie di speranza, mentre percepisce l’energia magica di Calico riavvicinarsi, portando con sé anche quella dei gemelli. Sono lì. Sono lì con lui. Può quasi vederli. Non gli sembra vero – fra pochi istanti potrà stringerli nuovamente tra le braccia.

Ma la porta alle sue spalle si apre, Celes fa irruzione nella stanza urlando furiosamente, e Regis perde la concentrazione, il tenue filo al quale la sua magia sotto sforzo restava aggrappato, e perde anche i ragazzi.
“Regis!” tuona Celes, furioso, “Che cosa diavolo stai combinando?! Posso sentire l’eco di questo stramaledetto incantesimo per tutto il Palazzo, ma cosa ti viene in mente di fare?! Tutta questa energia—”

“No!” grida Regis, scagliando un pugno contro la parete di cristallo, forte abbastanza da incrinarla e ferirsi le nocche. Il suo sangue scivola contro la superficie trasparente in grosse gocce liquide il cui colore si fa più chiaro man mano che si allungano verso il pavimento. “Li avevo… li avevo quasi… dannazione!”

“Regis!” Celes lo guarda, sconvolto, precipitandosi immediatamente a stringergli la mano ed avvolgendola con la propria energia, brillante come quella di un piccolo sole, rimarginando la ferita, “Ma che cosa stai combinando, per tutti gli dei?! Si può sapere di cosa— di chi stai parlando?!”

Regis lascia che Celes curi la sua ferita, ma si copre il volto con l’altra mano, grugnendo sottovoce. Sperava di poter risolvere tutto prima che Celes potesse venire a conoscenza di tutti i dettagli di questo rovinoso disastro. Merda.

“Giovane figlio dell’Aria,” sospira quindi, arrendendosi al fato, che evidentemente vuole complicargli la vita, “Dobbiamo parlare.” E gli racconta tutto.

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Utenza e COWTanza, Giramondi adorati! Adesso che la sagra del Ku– della GIUOIA è alle nostre spalle, è il momento di iniziare a fare sul serio, con la prima settimana davvero impegnativa di questa dodicesima edizione.

Reminder utili:

• il regolamento lo trovate a questo link, e dovete leggerlo molto bene;
• la composizione delle squadre la trovate a questo link;
• le vostre chat di squadra sono su Slack;
• la pagina per monitorare l’andamento delle squadre la trovate a questo link;
• il form di LDF permetterà la segnalazione dei fanwork ma solo quando sarete avvisati in Taverna;
• la masterlist delle storie è online;
• il contaparole ufficiale di LDF è l’unico strumento valido per misurare le vostre storie, e lo trovate a questo link.

La classifica dopo la sagra:
Fabian 981 Mana
Meridian 977 Mana
Calico 971 Mana

Ma bando alle ciance e scopriamo quali sono le limitazioni, le missioni e i prompt di questa settimana!

Sì, abbiamo alzato la difficoltà. Sappiamo che riuscirete a portare a termine tutte le missioni!

Buona settimana!