Resta in ginocchio di fronte alle tombe dei gemelli per un tempo incalcolabile. Fino a quando si fa sera, e poi la notte cala su questa landa desolata dislocata fuori dal tempo e dallo spazio. Fino a quando Calico, o questa nuova incarnazione di lui che pregava non avrebbe mai dovuto conoscere, comincia a sbuffare, e poi si allontana. Fino a quando il macigno della solitudine più assoluta comincia a pesargli addosso.
Fino a quando non sente nuovi passi alle spalle, proprio mentre il sole ricomincia a sorgere sul suo incubo personale, aprendo le porte di un altro incubo, ancora più orribile.
Regis solleva gli occhi sul volto di Celes. Un Celes magro, debole e stanco, dagli occhi spenti, dai capelli pallidi, prive delle lingue di fuoco sulle punte alle quali Regis è da sempre abituato. Indossa abiti dimessi e la traccia della sua magia è appena percettibile. Ciò che è impossibile da ignorare, invece, è il pozzo senza fondo della sua rabbia, del suo odio. Della sua invidia.
In un istante di imprevedibile chiarezza, Regis si accorge di sapere già chi è questo Celes e da dove viene. Non ha idea di cosa voglia, però. E non fa in tempo a scoprirlo, prima che lui lo ghermisca con un’improvvisa ondata di magia tanto forte da stordirlo, e da costringerlo a perdere i sensi.
*
È con un certo nervosismo che Fabian e Meridian abbandonano la sala del trono, tornando a incontrarsi con i loro familiari nella sala antistante, quella che per qualche motivo si ostinano ancora a chiamare Salone delle Feste, sebbene sia passata un’infinità di tempo dall’ultima.
Si tengono stretti per mano, e Fabian non riesce a smettere di deglutire faticosamente a vuoto mentre cerca di proiettarsi all’esterno di sé per guardarsi e provare a farsi un’idea di cosa i loro familiari possano stare vedendo in questo momento. Due ragazzini troppo piccoli, con i vestiti scomposti e i capelli tutti arruffati, ma gli occhi pieni di coraggio, e l’anima colma di consapevolezza. Ora sanno cosa vogliono. Ora è tutto chiaro.
Meridian è la prima a schiudere le labbra. Fabian le lascia volentieri l’incombenza.
Sta per parlare, quando le grandi porte intarsiate della sala si spalancano, con impeto tale da sbattere contro le pareti e scheggiarle, e sono Metacomet e Vesper a spezzare il silenzio teso che li avvolge, urlando come matti.
“Manila!” strilla Vesper, tirandosi addosso la compagna e stringendola in un abbraccio protettivo, “Per tutti gli dei, state bene.”
Manila la osserva con un certo stupore, e come lei tutti gli altri, mentre Metacomet corre verso la grande finestra che dà sulla piazza antistante il palazzo, scrutando verso l’esterno. “Dobbiamo muoverci. È un miracolo che non abbiano ancora fatto irruzione!”
“Cosa?!” Celes alza la voce, stringendo i pugni lungo i fianchi, correndo a sua volta verso la finestra, “Di cosa stai…” ma gli muore la voce in gola quando osserva lo spettacolo al di là del vetro. Una folla enorme, inferocita, si accalca nei pressi dell’entrata del Palazzo d’Estate. Uomini e donne di ogni età ed estrazione sociale urlano furibondi, premendo contro le grandi porte di cristallo, minacciando di sfondarle da un momento all’altro. “Che… che cos’è successo?”
“Il popolo è insorto,” Metacomet afferra Celes per una mano e lo trascina lontano dalla finestra, prima che qualcuno possa vederlo, “L’incertezza relativamente alla salita del nuovo erede al trono, sommata alle nuove aperture, chiamiamole così, progressiste della passata stagione politica hanno fatto da terreno fertile per il seme del malcontento.”
“Uno dei Lord del Parlamento,” prosegue Vesper, “Un certo—”
“Castaros?” suggerisce Metacomet.
“Castaros!” prosegue lei, annuendo, “Ha cavalcato l’onda, si è messo a capo di una fazione estremista che inneggia al ritorno della linea matriarcale originale, sostenendo che tutte le sventure degli ultimi anni, comprese le guerre e gli squilibri magici e dello spazio-tempo, sono da imputare ad un indebolirsi della magia nella linea dinastica attuale.”
“Ma— è inammissibile!” ruggisce Celes, “La mia magia è forte! La linea dinastica non si è indebolita, e qualora lo fosse non avrebbe certamente nulla a che fare con l’abbandono del modello matriarcale!”
“Questo è del tutto secondario,” Vesper scuote il capo, “Al popolo non importa. Non più, almeno. Si fidano di Castaros ciecamente, vogliono la tua testa, Cee, e quella dei ragazzi.”
Mentre Fabian e Meridian si stringono l’uno all’altra, Celes ruggisce ancora, piantandosi ben dritto in mezzo alla sala, le gambe lievemente divaricate, le braccia tese, i pugni serrati. “Sul mio cadavere,” ringhia, “Lasciateli passare! Mostrerò loro quanto è ancora forte il mio potere.”
“Per tutti gli dei, mio splendido gioiello dell’universo,” Langley si affretta al suo fianco, scuotendo il capo, “Non comportarti da idiota, adesso.”
“Cosa?!”
“Per una volta, concordo,” rincara la dose Shannen, aggrottando le sopracciglia, “Solo un imbecille si metterebbe a massacrare il suo stesso popolo in un momento come questo. Dobbiamo farci venire in mente qualcos’altro.”
Giovanna, fino a quel momento silenziosa, sospira profondamente, incrociando le braccia sul petto. “Potrei avere un’idea. Speravo non avremmo più avuto bisogno del loro aiuto, ma—esiste un rifugio, ai confini di Tanit, una baita incantata dai grandi stregoni, credo sia Yande che in questo momento se ne prende cura. Posso trasportarvi lì, quantomeno coloro che appartengono alla stirpe reale.”
“Certo,” Metacomet annuisce, “Noi restiamo qui. Terremo duro fino al vostro ritorno, cercheremo di sedare gli animi e risolvere questo problema di Castaros nel migliore dei modi.”
Celes cede, non senza un ringhio infastidito. “E sia,” consente, “Vi manderò Yande istantaneamente, dopo avergli spiegato la situazione. Farò sì che anche Rufus e Leste vi raggiungano quanto prima. Avrete bisogno di tutto l’aiuto possibile.”
Vesper e Metacomet annuiscono sincroni, e Giovanna schiocca le dita, mentre l’intera famiglia reale si raccoglie al centro del salone, preparandosi per il rituale.
*
Yande è andato via da pochi istanti, lasciando la baita incantata a loro completa disposizione. Non c’è un solo membro della famiglia reale che stia affrontando questa situazione con animo sereno, Manila tormentata da mille dubbi sul suo passato, su come ha condotto la propria vita e sulle conseguenze che il suo giocare spericolato con la magia delle veggenti può aver causato, Lacros alle prese con la consapevolezza che un intervento più duro, una briglia più stretta attorno ai polsi sottili di sua sorella, avrebbe forse potuto evitare questo disastro, Celes con l’anima appesantita dall’enormità delle proprie scelte, dei propri desideri, delle proprie ostinate convinzioni, a chiedersi quanto delle sue azioni possa avere contribuito a questa situazione, e i gemelli, ovviamente, prede delle stesse preoccupazioni, immerse in una confusione e in un’incertezza che sono dirette discendenti della loro giovane età.
Nessuno osa parlare, e perfino pensare sembra un rumoroso azzardo, in questo silenzio di tomba.
“Che musi lunghi,” dice una voce all’improvviso – una voce conosciuta e allo stesso tempo sconosciuta, una voce impossibile.
Con un sospiro trattenuto, tutti si voltano a guardare la porta. Celes – l’altro Celes – si allontana dallo stipite con una lieve spinta dei fianchi, fermandosi ad un passo dal proprio alter ego, che lo fissa senza fiato, sconvolto dalle loro similitudini, ancora più sconvolto dalle loro differenze.
“Si vede che non avete mai sofferto veramente,” prosegue, “Prima difficoltà e…” schiocca le dita, “Vi sembra la fine del mondo.”
“Cosa…” Celes indietreggia, frapponendosi istintivamente fra il suo gemello da un altro tempo e i suoi bambini, “Chi… come…?”
“Quante domande,” ghigna l’altro Celes, “Nessuna delle quali è quella giusta. Quando, intendi forse.”
“Papà,” Meridian quasi singhiozza, allungandosi ad afferrare la mano del padre, cercando di attirarlo verso se stessa e Fabian, “Papà, stagli lontano! Lui—”
“Io sono te quando non avrai più niente da perdere,” la interrompe Celes, avvicinandosi di un passo mentre allarga le braccia ai lati del corpo, scintille di energia rossa e azzurra a scoppiettargli tra le dita, “Io sono te quando sarai pronto a tutto pur di riprenderti ciò che ti è stato tolto.” I suoi occhi scintillano, per un istante, di un inferno di fuoco, “Io sono te quando sarai pronto perfino ad uccidere te stesso,” conclude.
Un attimo prima che si sollevino le fiamme.
[continua?]
Buonasera, utenza e COWTanza! Con un sorprendente (?) colpo di scena, è accaduto quello che vi avevamo raccomandato di non far accadere: il popolo di Tanit è insorto, la famiglia reale è in fuga e solo la lealtà dei suoi sodali ha fatto sì che tutti si mettessero in salvo senza finire in prigione (o peggio). Il governo sembra destinato a finire nelle mani dell’inquietante Castaros, capo della rivoluzione, che (spoiler) ha in mente sinistri piani per far tornare la linea matriarcale quella di una volta. E come se non bastasse, una versione di Celes altrettanto inquietante (Meridian è finita in uno sgradevole futuro, ricordate?) è arrivata da Regis – e da tutti gli altri! – prima che potessimo provare a salvarlo dal suo destino atroce! E il meteo preannuncia pioggia!
Scherzi a parte, all’inizio del gioco eravamo stati molto chiari: “non fate salire l’Insoddisfazione oltre il 100%, altrimenti sarà game over”. Be’, l’Insoddisfazione è arrivata a uno sfavillante CENTOTRENTUNO percento, ed è stato game over. Non si può dire che non manteniamo le promesse! Questo significa che, ufficialmente, non ci sarà un team vincitore del COWT 12, e che anziché ricevere un Viaggiatimbro della vostra posizione in classifica ne riceverete uno di partecipazione.
Vorremmo fare una breve riflessione sull’accaduto: la responsabilità del risultato finale non è da imputarsi a una singola squadra, ma a tutte e tre. Certo, il team Calico ha “mollato il colpo” nel corso della settimana finale, nonostante – come tutte le squadre in difficoltà negli ultimi anni – avesse ricevuto un cospicuo bonus; ma anche se Calico avesse completato tutte le missioni della sesta settimana, e addirittura se avesse fatto di più, l’Insoddisfazione avrebbe comunque superato il 100%: per farla scendere al 99%, secondo i nostri calcoli, sarebbero serviti loro almeno 21.000 PR. Questo perché né il team Meridian né il team Fabian hanno tenuto nel dovuto conto il meccanismo, e questo ha fatto schizzare i loro punteggi talmente in alto da rendere il risultato pressoché inevitabile (sarebbero bastati i PR accumulati da Meridian, arrivata seconda questa settimana, per superare il 100%).
È per questo motivo che abbiamo convalidato il risultato del gioco: se i partecipanti dei team Fabian e Meridian non solo non sono stati in grado di moderarsi nel corso del gioco, ma (almeno per la maggior parte del tempo) non ci hanno nemmeno provato, è giusto che scatti la penalizzazione originariamente pensata. Allo stesso tempo, anche Calico non ha nemmeno provato a completare le missioni della settimana, un comportamento che – per inciso – ha deluso e rattristato buona parte dell’amministrazione, visto che in passato abbiamo assistito a edizioni dove squadre ben più in difficoltà si sono comunque battute fino all’ultimo al meglio delle loro possibilità.
Dal canto nostro, pur avendo fatto – come sempre – del nostro meglio per organizzare ed equilibrare il gioco, riconosciamo che il meccanismo dell’Insoddisfazione avrebbe potuto essere più efficace: avremmo potuto renderlo più “minaccioso” e spronarvi a prenderlo più sul serio prevedendo conseguenze più mirate, ad esempio assegnando limitazioni più stringenti ai team (o ai loro componenti) che hanno contribuito maggiormente a far alzare la barra nel corso delle varie settimane. Non l’avevamo pianificato così perché contavamo in una maggiore responsabilità generale, e perché, essendo la prima volta che lo adoperavamo, abbiamo preferito andarci più piano; sarà senz’altro una cosa da ripensare, in parte o totalmente, nella pianificazione dell’anno prossimo.
Per quanto riguarda il clima del COWT, al di là del finale abbiamo riscontrato un forte miglioramento dello spirito generale del gioco, e di questo siamo estremamente lieti, e la soddisfazione di diversi partecipanti per aver prodotto più fanwork / fanwork migliori / fanwork sfidanti (con nuovi fandom, nuovi pairing, nuove tematiche) rispetto a quanto si aspettassero.
Ecco le statistiche di questa edizione!
- È stato il quarto COWT di sempre per numero di parole, in quanto sono state scritte l’equivalente* di 3.421.163 parole. Rispetto allo scorso anno registriamo un aumento di oltre il 25%!
- In testa per numero di parole c’è il Team Fabian con l’equivalente di 1.366.439 parole, seguito dal Team Meridian con 1.332.926 parole e dal Team Calico con 725.607 parole.
- I podi settimana per settimana, per numero di parole:
- Week 1: Meridian 115.271 parole, Calico 72.332 parole, Fabian 64.641 parole;
- Week 2: Meridian 188.055 parole, Fabian 172.939 parole, Calico 104.824 parole;
- Week 3: Fabian 147.891 parole, Meridian 119.836 parole, Calico 118.180 parole;
- Sagra della Giuoia: Meridian 88.331, Calico 67.935 parole, Fabian 36.836 parole;
- Week 4: Meridian 184.796 parole, Fabian 179.292 parole, Calico 163.461 parole;
- Week 5: Fabian 226.794 parole, Meridian 219.429 parole, Calico 155.855 parole;
- Week 6: Fabian 538.046 parole, Meridian 417.208 parole, Calico 43.020 parole.
* In questa edizione sono contate anche le fanart, ciascuna con un valore compreso tra 500 e 4.000.
E per finire, ecco i Viaggiatimbri di questa edizione! Saranno caricati entro domani sera nella vostra pagina profilo.
Grazie per aver partecipato anche a questa edizione del COWT! Siamo speranzosi di tornare anche il prossimo anno (abbiamo un arc finale da portare a termine!), con nuove missioni, inedite difficoltà e tanto divertimento!
Le attività di Lande saranno in pausa per un paio di settimane (votazioni dei P0rn Award escluse), per riprendere a pieno regime dopo Pasqua!