Imbronciato e appesantito dall’armatura ornamentale che indossa, Celes si agita sul trono, mentre Shannen, un paio di passi più indietro alla sua sinistra, aggrotta le sopracciglia.
“Se non la pianti di agitarti, Langley scenderà personalmente dal loggiato per venire a chiederti se hai bisogno che ti gratti il culo.”
Celes borbotta, cercando una posizione più comoda. “Detesto questa formalità,” dice, “È tutta colpa di mia madre. Le avevo detto che non volevo una gara, e invece cosa organizza lei? La solita gara. E invece di prendersi la responsabilità delle sue azioni cosa fa? Improvvisamente doversi prendere cura di Calico le impedisce di presenziare alla cerimonia di apertura, per cui ricade su di me l’onere di bla bla bla… tutto quello che volevo era risanare le Lande. Non ho proprio voglia dell’ennesima guerra tra maschioni per vedere chi ce l’ha più lungo!”
Shannen si volta a guardarlo, inarcando un sopracciglio. “Sono secoli che tua madre non indice una vera guerra dei titani, e in ogni caso molto di rado i partecipanti sono stati i classici maschioni, e la contesa non è mai stata sulla lunghezza di qualsivoglia–”
“I quattro stregoni,” annuncia dunque una delle guardie, “Sono arrivati!”
Ed è in quel momento che, a farsi strada attraverso la porta e le due ali di folla che si accalcano in platea, sono quattro uomini di incredibile bellezza, abbigliati riccamente, e che emanano un’aura magica talmente potente da far girare la testa a ben più di una bellezza fra il pubblico, consapevolmente o meno.
“Dicevi?” mormora Celes, gli occhi spalancati fissi sui quattro.
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Shannen deglutisce. “Sarà meglio che porti via Langley,” dice, osservando il vampiro che si agita sul loggiato.
Si dilegua poco dopo, e Celes resta solo, sul trono, ad osservare la magnetica avanzata dei quattro.
Il primo a farsi avanti è il giovane Leste dell’Orologio, sul volto il solito sorrisetto sfrontato. Ignora i mormorii che sente sollevarsi intorno a sé, le dicerie, i pettegolezzi, con chi pare l’abbiano trovato rinchiuso nell’armadio di un membro della servitù poche settimane prima, con chi si dice sia appena tornato da un breve viaggio su Somrak – oh! Non avrei mai detto che avesse certe tendenze – o con quale membro della casa reale si rumoreggia abbia avuto una relazione parecchio importante. A Leste non importa – lui sorride, perfettamente a proprio agio nella propria casacca azzurra decorata con fronzoli di puro filo d’oro, aperta in uno scollo che i molli lacci fingono solo di voler chiudere, uno scollo che guida gli occhi verso il basso, verso il basso…
“Prezioso figlio del Tempo,” dice, inchinandosi appena, senza mai perdere il sorriso sfacciato, “La vita è un flusso costante di istanti, che si trasformano in ore, che diventano giorni e si prolungano in anni, secoli, millenni…” e mentre parla muove le mani in ampi cerchi intorno a sé, disegnando sfumate forme grigio-blu che si trasformano in orologi, vortici, lancette, “Con la mia magia, farò sì che il tuo tempo su queste Lande non vada sprecato. Che tu possa essere ricordato come l’eroe che salvò la vita all’universo.”
Il suo inchino si fa più profondo, e lui allarga le braccia ai lati del suo corpo, e in quell’istante tutte le immagini che ha creato intorno a sé si dissolvono, e al centro della scena resta solo lui, e per qualche motivo a Celes sembra già sufficiente.
Deglutisce senza dire niente, spera che nessuno dei presenti si aspetti che lui ricambi il saluto. Fortunatamente, a venire in suo soccorso è Yande del Kulutrek, la possente figura che si staglia come fosse alta e larga il doppio rispetto a tutto il resto dei presenti. La sua pelle scura contrasta nettamente col biondo platino dei suoi capelli, così come l’eleganza dei suoi abiti contrasta con la forza dei suoi gesti e con il suo atteggiamento, che rispecchia così chiaramente la natura dell’uomo abituato anche ai compiti più umili per gestire le sue proprietà, da farlo sembrare quasi fuori luogo nel contesto in cui si trova.
Certamente, fosse qualcun altro, chiunque altro, si sentirebbe a disagio. Ma non Yande, non lui, che avanza spedito lungo il corridoio e si ferma poi a pochi passi da Leste, mentre gli occhi di tutti i presenti si spostano sulla sua figura.
“Prezioso figlio della Terra,” dice, e mentre parla tutto il Palazzo d’Estate risuona del tintinnio delle dozzine di lampadari di cristallo che tremano insieme all’edificio, come se ogni parola pronunciata dall’uomo scuotesse il pianeta fin nel suo nucleo, “La vita non ha valore se le sue fondamenta non sono ben piantate nel suolo. Con la mia magia, farò sia che le fondamenta del tuo Regno affondino solide e robuste fino al centro del globo, e la tua stirpe sarà amata, e i popoli di tutte le Lande sapranno, anche a migliaia d’anni da adesso, che se si trovano ancora nelle loro Lande di origine sarà solamente perché tu li hai salvati.”
La terra si scuote un’ultima volta, poi torna silente, placata, e in un’eco lontana svanisce anche lo scampanio di cristalli. Yande preme il pugno destro contro il petto, a sinistra, proprio sul cuore, poi si inchina e si allontana di un passo.
Celes vorrebbe dire qualcosa, stavolta, spezzare il silenzio che gli secca la gola, ma Regis dell’Aliante si fa avanti, i duri lineamenti squadrati composti nella solita espressione seria che chiunque viva a corte conosce, e ai quali perfino Celes è abituato. Lo ricorda, più giovane di molti anni, sorridere al fianco della splendida moglie Lavinia. Quello che resta dopo anni di vedovanza, e dopo l’addio all’unico figlio, ormai da anni impegnato nel proprio addestramento magico su Titania, è un uomo rigido, duro, di cui nessuno conosce gli intimi segreti.
“Prezioso figlio dell’Aria,” dice, chinando appena il capo, “Non sono uomo di molte parole. Ma la mia magia è al tuo servizio,” e mentre parla, tutte le finestre della Sala del Trono si spalancano, e dalle aperture filtra un vento caldo che profuma di fiori, di oceano, di libertà, “Grazie al Vento, sarai ricordato come colui che ha soffiato la vita nel corpo ormai agonizzante di questo universo.”
Regis si inchina e indietreggia, nascondendo dietro le palpebre per qualche istante i magnetici occhi di ghiaccio. I suoi venti si rincorrono fra il pubblico, sembrano ridere lievi come fanciulle, scompigliano le parrucche degli alti funzionari, gonfiano i lunghi abiti delle dame, sospingono i bambini gli uni verso gli altri, e nessuno lo nota, solo Celes, ma un istante prima che i venti si plachino e le finestre tornino a chiudersi, Regis si concede un sorriso discreto ma divertito.
Celes si alza in piedi – adesso devo parlare, pensa, ma gli muore la voce in gola quando ad avanzare è Rufus delle Sabbie, l’ultimo grande mago.
Il suo corpo possente, muscoloso e allo stesso tempo cesellato con la precisione di una scultura marmorea viene rivelato più di quanto gran parte del pubblico non sembri pronto a sostenere dalla scollata veste di panno chiaro che indossa. Il tessuto è morbido, lo fascia con delicatezza, e dai punti in cui si interrompe la sua pelle affiora, lievemente abbronzata dal sole e imbiancata dal sale marino, coperta di bruni tatuaggi. La pietra di acquamarina che porta legata al collo ondeggia sul suo petto, trascinando lo sguardo, ipnotica. Sembra l’apparizione di un dio oceanico.
“Prezioso figlio del Mare,” dice, mentre intorno a lui si solleva e turbina un vortice di bianca sabbia, “La vita, come sabbia all’interno di una clessidra, scorre. Eppure la sabbia non è altro che la traccia residua del lavoro incessante del mare, della sua costante erosione delle montagne. E quindi ecco cos’è la vita stessa – la somma dei minuscoli granelli, delle minuscole tracce che lasciamo nel nostro passaggio in questo universo.” Le sue labbra sottili si piegano in un sorriso ammaliante, mentre fra i capelli rossi scompigliati dal vento finiscono intrappolati minuscoli granelli di sabbia dai colori cangianti. “Con la mia magia, farò sì che la tua traccia in questo universo sia indelebile.”
All’improvviso, mentre Rufus sorride, all’interno del vortice s’introducono minuscole gocce d’acqua, che si fanno più grandi, più grandi, più gonfie e più pesanti istante dopo istante, finché come in un’esplosione si disperdono, e tutti, fra il pubblico, lanciano un gridolino sorpreso mentre sentono appiccicarsi alla pelle l’umidità gelata del mare.
Celes si sente cedere le gambe, ma si domina abbastanza da poter tornare a sedersi con un certo decoro. Si schiarisce la voce e lascia passare ancora qualche istante di silenzio, per concedere a tutti, e prima ancora a se stesso, la possibilità di calmarsi.
Poi, finalmente, parla. “A nome di tutta la mia stirpe, io vi ringrazio, potenti maghi.” Torna ad alzarsi in piedi, rivolgendosi al proprio popolo dall’alto della pedana sulla quale è assiso il trono. “Ancora una volta, le Lande hanno bisogno di noi. L’eco della devastazione alla quale abbiamo posto fine un anno fa non si è ancora spento, e tocca a noi farlo. Ad ognuno di voi verrà assegnata una squadra composta da maghi, scienziati, esseri angelici e demoniaci, le creature più potenti che abbiano mai attraversato il Polyverso. Starà a voi guidarli, utilizzare il loro potere per risanare le Lande.” Deglutisce, inumidendosi le labbra. “Che questa sia la guerra che porrà fine a tutte le guerre. Da ora in avanti, siete i miei soldati. Da ora in avanti, siamo in guerra contro il Caos.”
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DIECI ANNI, utenza e COWTanza, e siamo ancora qui, a inaugurare ancora una volta la più grande sfida a squadre del fandom italiano (e una delle più grandi anche contando l’estero)! Quattro nuovi capitani si sfidano per la gloria, quattro missioni per voi tanto per riscaldarci – di cui una mai vista prima, la missione Miracolo Bonbon – e quattro limitazioni perché quest’anno da voi chiediamo il meglio!
Reminder utili:
- il regolamento lo trovate a questo link, e dovete leggerlo molto bene;
- la composizione delle squadre la trovate a questo link;
- le vostre chat di squadra sono su Slack – fate almeno un saluto al vostro team, se non l’avete già fatto;
- la pagina per monitorare l’andamento delle squadre la troverete a questo link entro 24 ore a partire dall’uscita di questo post (speriamo tutti meno);
- il form di LDF è chiuso e lo resterà per una mezza giornata circa (speriamo tutti meno);
- la masterlist delle storie sarà aggiornata al termine di ogni settimana (quindi troverete il link nel post tra sette giorni);
- il contaparole ufficiale di LDF è l’unico strumento valido per misurare le vostre storie, e lo trovate a questo link.
Ma bando alle ciance e scopriamo quali sono le limitazioni, le carte, le missioni e i prompt di questa settimana!
Il minimo di parole è sempre fissato a 300 parole per tutte le missioni. Ogni partecipante può prendere parte al massimo per due missioni: dovrete organizzarvi all’interno di ciascuna squadra e scegliere a quali missioni partecipare.
Puoi prendere parte a tutte le missioni. Devi prendere parte a tutte le missioni.
Guanti Siderei di Cyprian (Carta Armatura)
+20% PM ottenuti dalle tue storie. Puoi prendere parte a una sola missione.
Distillato di Stelle di Vesper (Carta Artefatto)
Non hai limiti massimi di parole. Puoi scrivere soltanto due storie questa settimana.
Entro le 12:00 di martedì, i minimod della squadra devono dichiarare in chat mod chi utilizzerà le carte nel loro team questa settimana. Fate riferimento al regolamento per il loro utilizzo.
“PREPARARSI AL VIAGGIO” – FACILE ⭐
250 PM – 7 FILL – DA 300 A 5.000 PAROLE
La missione è completata accumulando almeno 250 Punti Magia e scrivendo almeno 7 storie e/o capitoli, con un massimo di 5.000 parole per storia, ispirate alla seguente citazione:
“Sometimes good things fall apart so better things can fall together. Every story has an end, but in life every end is just a new beginning.” (Anonimo) (Traduzione: “A volte le cose buone devono finire perché le cose migliori abbiano inizio. Ogni storia ha una fine, ma nella vita ogni fine è sempre un nuovo inizio.”)
Completando questa missione si riceverà 1 Stella Esperienza.
La missione è nuova e pensata per questa edizione del COWT.
“OGNI POSTO È CASA MIA” – IMPEGNATIVA⭐⭐⭐
400 PM – 7 FILL COMPLETI – DA 300 A 10.000 PAROLE
La missione è completata accumulando almeno 400 Punti Magia e scrivendo almeno 7 storie autoconclusive (NO CAPITOLI), con un massimo di 10.000 parole per storia, ispirate al set di prompt (c.d. “prompt classici”) assegnato a ciascuna squadra.
I prompt devono essere presenti contemporaneamente nelle storie e avere una adeguata rilevanza, ma possono essere interpretati in qualunque modo, anche figurato.
TEAM SABBIE: Sereno, Neve, Oscurità
TEAM ALIANTE: Pioggia, Neve, Oscurità
TEAM KULUTREK: Pioggia, Sereno, Oscurità
TEAM OROLOGIO: Pioggia, Sereno, Neve
Completando questa missione si riceveranno 3 Stelle Esperienza.
La missione è un remix di una delle missioni “classiche” del COWT, con i prompt presenti in tutte le edizioni passate e qui riproposti per l’ultima volta. Aspettatevi qualche tocco celebrativo, qua e là 😉
“QUESTIONI RIMASTE IN SOSPESO” – MEDIA ⭐⭐
500 PM – ESATTAMENTE 7 FILL – DA 300 PAROLE IN SU
La missione è completata accumulando almeno 500 Punti Magia e scrivendo esattamente 7 storie e/o capitoli (non una di più) ispirate a un set di altrettanti prompt scelto in anticipo da ciascuna squadra. Non è previsto un numero massimo di parole entro cui attenersi.
Entro le 12:00 di martedì, i minimod della squadra devono dichiarare in chat mod il set dei prompt su cui scriveranno le sette storie.
A ogni prompt una sola storia, e a ogni storia un solo prompt.
Nota: i prompt possono essere riproposti in qualunque momento nel corso del COWT, alla propria squadra o a quelle avversarie, con limitazioni differenti.
TEAM SABBIE: 1) Battito; 2) BDSM; 3) Fantasma; 4) Mutilazione; 5) Succubus; 6) Teatro; 7) “When you’ll finally give yourself permission to be happy, then I’ll come for you”
TEAM ALIANTE: 1) Album di figurine; 2) Big Brother instinct; 3) Figging; 4) Libro dei veleni; 5) “Non è vero che l’oblio non esiste. La testa seleziona, fa archivio continuamente e molto scarta. Fa spazio, compatta. Magari non elimina del tutto ma comprime in un formato illeggibile. Anche se ti sforzi non trovi la chiave, non lo puoi decifrare più.” (Concita De Gregorio); 6) Powerbottom; 7) “Se non ci piace dove stiamo possiamo spostarci, non siamo alberi.” (Snoopy)
TEAM KULUTREK: 1) Alternate Universe – Historical; 2) Alternate Universe – Music Video; 3) Male Lactation; 4) MPreg – Parto; 5) “Stop texting me weird stuff so late at night.”; 6) Tentacles; 7) Worshipping
TEAM OROLOGIO: 1) Alternate Universe – Monsters; 2) Cani volanti; 3) Dom!POV; 4) Genere – Storico; 5) Murder Party; 6) Omegaverse; 7) “We touch, we hold, we keep one another free”
Completando questa missione si riceveranno 2 Stelle Esperienza.
La missione è la riproposizione della “missione numero 13” del COWT 9, “eliminata” da due delle squadre partecipanti nel corso dell’ultima settimana.
La missione “Miracolo Bonbon” non fa parte della trama del COWT ma è una sfida aggiuntiva che proponiamo a titolo di celebrazione di questi dieci anni di iniziativa: è una missione che richiede l’apporto di tutte le squadre e prevede quindi che si incitino a vicenda nel corso della settimana.
Completando le cinque parti della missione, suddivise su altrettante settimane di gioco, sbloccherete infatti una art alternativa “eye candy” per i vostri capisquadra, a titolo di regalo per tutti voi da parte dell’amministrazione di Lande Di Fandom.
La prima parte della missione “Miracolo Bonbon” è completata se tutte le squadre completeranno le tre missioni settimanali, e se accumuleranno in totale 120 storie sommate tra tutte le missioni.
Ricordate che siamo qui per ogni domanda, ma che vi è tassativamente e moralmente proibito cominciare a chiederci robe tipo “maaaaa se io scrivo su mia nonna in carriola e mio nonno sul trattore, posso usarla come interpretazione di questo o quel prompt?”, perché queste sono sempre le domande alle quali non manchiamo mai di rispondere con un educatissimo “fai il cazzo che ti pare”, e comunque, when in doubt, sostituite a tutti i prompt che non sapete interpretare la parola “culo” e sarete a cavallo. Fidatevi, funziona sempre. In bocca al lupo a tutti, e per la consegna delle vostre anime c’è il bancone all’ingresso!