Ecco la seconda parte del riassuntone del nostro COWT, così da mettervi al passo con gli avvenimenti principali della trama e avere una guida di riferimento nel caso in cui nella trama di quest’anno apparissero cose che ormai diamo per scontate.
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In questa seconda di quattro puntate riassumeremo la storia di Manila, la ventiquattresima Veggente, protagonista delle edizioni dalla prima alla quinta; nella prossima seguiremo l’ascesa di Celes, il venticinquesimo Veggente, e la sua missione di salvataggio del Polyverso, negli avvenimenti accaduti nelle edizioni sei e sette; e nella quarta la guerra contro Celestia, dipanatasi per ben due edizioni, l’ottava e la nona. Tutti gli episodi saranno online entro domenica.
Parte 2/4 – Manila
(l’inizio della nostra storia)
Manila, figlia secondogenita della Veggente Melaka e del Cavaliere Killeen del Martello, rappresenta la ventiquattresima generazione di discendenti della Prima Veggente. Già discendente di una madre insolitamente potente rispetto alla profezia, ha dimostrato fin dalla nascita enormi poteri magici.
Dopo cinque anni in cui aveva rispettato il volere della madre – viaggiare liberamente tra le Lande, tornando però ogni estate su Tanit – a vent’anni abbandonò il suo pianeta dopo aver rovinato la festa di fidanzamento di suo fratello maggiore Lacros con l’apprendista cerusico di corte, Lænton dell’Alba.
Fuggendo dopo un litigio con la preoccupata madre, Manila si ritrovò su Titania, una delle Lande più ricche di magia del Polyverso, dove quattro popolazioni – una gilda di maghi, un esercito di cavalieri, una schiera di angeli e un covo di vampiri – avevano fondato altrettanti insediamenti, e rivendicavano il diritto di supremazia sulla zona rispetto agli altri.
Manila ne fu affascinata: aveva vissuto il conflitto sulla propria pelle, ma non aveva capito quanto quel conflitto facesse parte dell’animo degli esseri viventi. Decise perciò di stimolare le quattro fazioni offrendo ciò che nessuna di loro poteva sperare di ottenere da sola contro le altre tre: il predominio sulla fertile vallata e sull’ampio porto naturale ad essa prospiciente, e il suo fondamentale appoggio. A nessuno sfuggiva chi fosse la Veggente, e nessuno si risparmiò per conquistarne i favori: furono i cavalieri a trionfare, ma nella loro equanimità permisero a tutti di mantenere i propri insediamenti e chiesero loro di fondare, tutti insieme, una scuola per insegnare la magia e il cavalierato, e ogni forma di potere potessero condividere angeli e vampiri con loro. Nacque così l’Accademia Magica di Titania.
Manila ne fu soddisfatta, e si spostò su una nuova Landa. Minthe era selvaggia e prorompente, e abitata da quattro popolazioni umanoidi intelligenti: Suthi, Crest, Faràs e Phade, prima ostili l’uno all’altra, furono spinte da lei a una contesa rituale, per il diritto a regnare sulle altre tre in pace e prosperità per un periodo di cinque anni. Furono i Crest a vincere, sebbene la loro mossa a sorpresa sul finale indispose la Veggente, che abbandonò il pianeta e il capo dei Crest, che l’aveva amata nelle ultime settimane della sua permanenza. Con un gesto di stizza, la Veggente attivò involontariamente il pieno potere del Cristallo, e quando ne riprese il controllo erano passati quasi cinquant’anni per qualsiasi Landa esistente, a eccezione di Tanit.
Sconvolta per l’entità di quanto era riuscita a fare, Manila fuggì e si rifugiò ad Aimatopolis, l’ultima città a non essere ancora caduta totalmente nelle mani delle quattro bande criminali che imperversavano sulla Landa di Nocturnia; si imbatté subito in Giovanna, una maga insolitamente potente che, come lei, aveva trovato un’oasi di pace in mezzo alla guerra. Sporadicamente Manila iniziò a intervenire magicamente nella già strisciante guerra tra bande, e dopo un anno, le quattro bande erano pronte a darsi battaglia per il controllo di Aimatopolis. Furono i City Angels di Dimitri Christopolous ad aggiudicarsi la vittoria e il controllo della città, con grande scorno del suo arci-rivale (e poi amante) Miguel Luz, e degli altri capibanda Antonio Cavalieri e Jake Wand. Nonna Giovanna prese spunto per ampliare nel Polyverso il suo impero commerciale, e trasformare insieme alle sue figlie Ludmilla, Devina e Floriana il suo negozio “I Meloni di Nonna Giovanna Frutta e Verdura” in una multinazionale leader dell’industria agroalimentare.
Frattanto, sulla Landa di Leda, frantumata in una quarantina di regni, ducati e repubbliche, quattro nazioni, capeggiate da altrettanti condottieri, iniziano a predominare sulle altre. I quattro, Artémis d’Harlequin-Mauilly, Forseti Solensson, Marina Rojas Muñoz e Cesare Icore erano già destinati a scontrarsi in una complessa partita politica che aveva come premio l’intera Leda, ma l’arrivo della Veggente ad arbitrare la contesa l’ha resa una guerra a tutto campo, vinta a fatica dalla federazione delle repubbliche nordiche guidata da Solensson.
Al termine della contesa, però, Manila si ritrovò di fronte suo fratello, quasi identico a come lo ricordava sebbene più anziano, più rigido e più fastidiosamente bello, anche nell’espressione funerea che le portava la notizia peggiore: non la morte della madre, che aveva amato ma che era riuscita ad offendere, ma la perdita della sua libertà, il bene più prezioso che possedesse.
Il resto è storia. Il popolo di Tanit ama la consorte della Regina, Vesper del Crepuscolo, ma è perfettamente a conoscenza dell’esistenza degli amanti reali: il mago Metacomet dell’Incanto, il padre biologico dell’attuale Veggente; la famosa Abilene dell’Angelo, una delle intrattenitrici più note del regno e attualmente Fata della vita; e il cavaliere Cyprian della Spada, che ha lasciato la corte solo di recente e – si dice – in ottimi rapporti. Le nobilissime e antiche casate di Tanit potranno anche essere inorridite di fronte ai comportamenti libertini della Veggente Regnante (e non tutte lo hanno fatto, complici non pochi scheletri nei propri guardaroba personali), ma le loro voci sono deboli e, soprattutto, poco supportate dal popolino, che sospira di piacere nei confronti di una Regina il cui unico peccato è amare troppo.